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lunedì 28 giugno 2010

Euronews ed Europa alla Festa ddel PD




Frasi celebri

«Ma come l’Italia perde i mondiali e la gente se la prende con me?» Ministro Brancher


Mi piace ricordare una frase di Oscar Wilde che , ovviamente, non è riferita al Ministro:

«A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio.»

domenica 27 giugno 2010

Cardinal Bertone


E' stato "un sequestro, un fatto inaudito e grave" ha detto il segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, a proposito dei vescovi belgi trattenuti per 9 ore dagli inquirenti. "Non ci sono precedenti, nemmeno nei regimi comunisti di antica esperienza", ha aggiunto. "E' un fatto inaudito. Al di là della condanna della pedofilia l'irruzione e il sequestro dei vescovi per nove ore, senza bere e senza mangiare. Neanche fossero bambini", ha denunciato.

Visto che le parole hanno sempre un significato preciso sulle dichiarazioni del Cardinal Tarcisio Pietro Evasio Bertone, Segretario di Stato della Santa Sede sorgono due interrogativi: perché ha specificato regimi comunisti e perché quel riferimento ai bambini.?

La prima risposta è quasi ovvia, l'alto prelato non poteva riferirsi ai regimi fascisti di destra in quanto la Chiesa ha sempre tollerato e in alcuni casi ha anche collaborato con quei regimi (Italia e in Sud America).

La seconda, probabilmente, è una gaffe come quella sugli omossessuali, perché farebbe intendere quale sia il rispetto verso i bambini, che possono essere lasciati senza mangiare e bere per 9 ore.

Ovviamento non credo che questi fossero i messaggi che voleva lanciare il cardinale ma sicuramente pecca leggermente in comunicazione.....

venerdì 25 giugno 2010

Informazione ed Europa

"Consiglio e Giunta in tilt". La Regione è paralizzata


In oltre ottanta giorni alla Pisana una seduta e mezzo. Tuona il centrosinistra, "è uno scandalo". Scontro sui presidenti delle commissioni. Tra indennità e diaria dopodomani i 73 consiglieri regionali del Lazio nella loro busta paga riceveranno dodicimila euro.

Articolo su www.repubblica.it

I tagli alla scuola


Buongiorno, sono una delle tante mamme che stamattina, previo permesso lavorativo, ha sostenuto l'iniziativa tenutasi a Roma presso il 139° circolo didattico Scuole Lola di Stefano - C. Forlanini a sostegno della scuola pubblica, contro gli ignobili tagli che riducono di fatto la qualità e la quantità di istruzione dei nostri figli.

Siamo tanti, ma non abbastanza per poter cambiare con la nostra forza il corso delle cose. Abbiamo bisogno di sostegno, abbiamo bisogno di visibilità, abbiamo bisogno di poter contare sulla pubblica opinione affinché vengano tutelati bambini che già ad oggi, all'inizio della manovra di riforma della scuola pubblica vedono nella classe turnazioni anche di cinque insegnanti per coprire il tempo pieno.

Capirete sono una donna che lavora, e tutta l'architettura familiare si tiene in piedi contando sul fatto che i figli sono a scuola almeno fino alle 16,30... E se così non fosse... Oppure si distribuiscono gli alunni per le varie classi dell'istituto quando non è possibile per questioni economiche avere la supplente. Oggi in tanti non abbiamo ritirato le schede dei nostri figli, le cosìdette pagelle che con entusiasmo aspettiamo da tempo (mia figlia è in prima classe)...

Il vostro è un giornale storico a Roma, che leggo con piacere e che mi rende partecipe di ciò che mi circonda nella mia città, in Italia e nel mondo. Mi domandavo se potevamo ottenere un vostro intervento a nostro sostegno con un articolo. Vi saluto e mi auguro di leggervi presto. Grazie per l'attenzione

Rosa Forgione

(23 giugno 2010)

giovedì 24 giugno 2010

Un'altra Roma è possibile.......?


Ieri interessante manifestazione al Teatro Vittoria a Testaccio.

L'obiettivo è “lanciare una mobilitazione” del Partito democratico a Roma per “tornare a pensare sul futuro della città”. Ai lavori hanno partecipato, tra gli altri, il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, il capogruppo del Pd in Regione Esterino Montino, l’assessore provinciale al Personale Serena Visintin.

“Vogliamo ricominciare dall’ascolto del territorio. Alemanno è incapace di mettere in campo politiche per risolvere i problemi della città”, ha sottolineato Marco Miccoli, coordinatore del Pd di Roma.

Finalmente convincente Nicola Zingaretti che ricorda come sia "importante che il Pd come partito riprenda una mobilitazione offrendo una analisi unitaria su ciò che è successo a Roma e che offra una piattaforma su cui ripartire. Non se ne può più dell’arcipelago dei gruppi e delle correnti che mortificano l’idea del partito unitario nella città. E' giusta l’idea di una forza unitaria. E' un fatto straordinario sul quale insistere. E' stravagante che appena il Pd si muove ci siano tanti distinguo. Bisogna battersi per l’unità pur nel pluralismo. La gente chiede il Pd e non le correnti. La città soffre questa destra ma ha sofferto anche un Pd troppo litigioso su tutto. Dobbiamo aprire una fase di ricerca e di battaglia politica meno con lo sguardo a noi e più' come facevano gli indiani, con le orecchie a terra, per far sentire alla città che lì dove c’è un diritto negato c’è qualcuno che li denuncia. Se mettiamo a terra l’orecchio il rumore che ascolteremo è già chiaro. La finanziaria sta colpendo Roma in maniera drammatica e molto più di quanto si avvertirà in altre zone del Paese".
Peccato che nessun giornale abbia riportato l'evento che a mio avviso ha regalato un presidente della Provincia in forma, cosa che ultimamente non capitava spesso.

''Servono soldi subito'': rissa sfiorata in Campidoglio




Burrascoso finale d'incontro al termine del tavolo di confronto sul bilancio tra i presidenti dei Municipi, il sindaco di Roma Gianni Alemanno e l'assessore comunale al Bilancio Maurizio Leo. Bellini, presidente del XVI, primo a parlare nel video: "Conti falsi". Paris (XV) rincorre l'assessore Leo: "Scuole crollano, grazie al c... che chiediamo soldi in urgenza". I presidenti lasciano il tavolo. Alemanno: "Scorretti"

mercoledì 23 giugno 2010

Informazione ed Europa



NEXT EUROPA - Gruppo romano

Invita al dibattito

INFORMAZIONE ED EUROPA:
EURONEWS SUL DIGITALE TERRESTRE

Intervengono:

Paolo ACUNZO, presentatore della petizione “Euronews sul digitale terrestre”

Roberto DI GIOVAN PAOLO, giornalista e Senatore PD

David SASSOLI, giornalista e Capo delegazione PD al Parlamento europeo

Vincenzo VITA, Senatore PD

Modera:

Carla RONGA, Direttore della rivista PANEACQUA

martedì 22 giugno 2010

Festa dell'Unità alle Terme di Caracalla


TERME CARACALLA, PD PRESENTA CALENDARIO EVENTI «FESTA UNITÀ» (OMNIROMA) Roma, 22 giu

Quattordici serate di cabaret, 15 proiezioni di film, 9 partite dei mondiali di calcio trasmesse su maxischermo e 8 serate di discoteca. Tutto ad ingresso libero. Così si caratterizza l'edizione 2010 della «Festa democratica -Festa dell'Unità» organizzata dal Pd di Roma che prenderà il via giovedì prossimo. L'evento si chiuderà il 25 luglio. Nel dettaglio, secondo quanto illustrato nel corso di una conferenza stampa organizzata nella sede della stessa festa, in via delle Terme di Caracalla, l'evento durerà 31 giorni, avrà almeno 300 volontari ogni sera, 16 punti ristoro di cui 8 gestiti totalmente dai volontari del Pd, 50 stand commerciali, 20 stand messi a disposizione dal Pd Roma per le associazioni, 3 stand dedicati ai lavoratori, 70 dibattiti.
Tra gli eventi organizzati, l'8 luglio alle 21 è previsto l'intervento di Pierluigi Bersani, il 13 luglio quello di Walter Veltroni e il 16 quello di Nicola Zingaretti.
Per Micaela Campana, responsabile dell'evento «la terza festa democratica per 31 giorni sarà al centro del dibattito politico non solo di questa città. È la festa del Pd più lunga di tutta Italia». «In una città sempre più spoglia di estate romana, la festa del Pd dà l'opportunità di assistere ad eventi di intrattenimento. Questa festa è dedicata ai 150 anni dell'unità d'Italia, tanto che 'unita e democraticà è il suo slogan. Contro la crisi proviamo a fare menù calmierati». «Questa festa dell'Unità di Roma vuol dire la sua per le questioni locali. L'idea di città che abbiamo, solidale e policentrica, è l'opposta di quella del sindaco Gianni Alemanno», ha commentato Marco Miccoli, coordinatore romano del Pd. «Le casse del Pd sono in sofferenza - ha proseguito - Nonostante questo abbiamo fatto la scelta di mantenere tutto gratuito perché capiamo che la città è in ginocchio e che alcune fasce sociali non si possono permettere neanche una sottoscrizione».

lunedì 21 giugno 2010

Fantastica e.mail di Generazione Italia


Fantastica e.mail:

Ecco i gadget di Generazione Italia
di Generazione Italia Shop

Abbiamo già dimostrato di non essere una forza virtuale. Oggi Generazione Italia ha centinaia di circoli in tutta Italia e migliaia di iscritti.
E tantissime volte che ci avete chiesto “ma la bandiera di Generazione Italia? E la shirt?” e di tutto di più. Da oggi finalmente ci sono le risposte a tutte le vostre domande.
Come sempre, in puro stile Generazione Italia.
T-shirt, cravatta, zainetto, tazza, spille, penne e tanti altri prodotti in arrivo, tutti con il marchio di Generazione Italia.


Per non dimenticare le promesse.....


Il testo dell’Ordine del Giorno votato all’unanimità dall’Assemblea Regionale PD Lazio del 29 Maggio:

Sentita la relazione del segretario, con la quale ha messo a disposizione il proprio mandato, l’assemblea è convocata entro il mese di giugno con il seguente ordine del giorno:

- Elezione presidente

- Elezione segretario

In caso di esito negativo, si attiverà la procedura prevista dallo Statuto per le primarie per il nuovo segretario e la nuova assemblea.

Qualcuno se lo ricorda?

Le presenze dei consiglieri


Su Il Messaggero del 17 giugno è stato pubblicata la classifica delle presenze in aula dei consiglieri comunali.
Nell'articolo di Mauro Evangelisti scrive che assenteismo diffuso; mancanza di numero legale frequente, consiglieri che ”timbrano il cartellino” per assicurarsi il gettone di presenza ma non ci sono quando si tratta di votare: i mali del consiglio comunale, raccontati dai numeri che siamo andati a rivedere, sono diffusi e assolutamente bipartisan.

C’è un fenomeno da capire: molti consiglieri sono quasi sempre presenti, ma allo stesso tempo risultano essere poco partecipi alle votazioni. Cosa significa? Viene da pensare che a molti consiglieri convenga andare in consiglio, segnarsi presente all’appello e poi disertare. Perché? Ci può essere una ragione politica: i consiglieri della minoranza, ad esempio, possono decidere di uscire al momento del voto per protesta o per stategia; ma possono esserci anche motivazioni utilitaristiche: prendo il gettone di presenza e la giustificazione per l’assenza dal lavoro, poi me ne vado. In pratica: 4 su 10 di quelli che vanno a dire “presente” poi non partecipano alle varie votazioni. Il consigliere comunale riceve un salario di circa 1.680 euro mensili, ma solo se garantisce almeno 21 presenze fra consiglio comunale e commissioni. Se sta sotto quel limite, per ogni assenza perde circa 80 euro.

L'articolo non si evince però che per i consiglieri del Partito Democratico c'è una giustificazione politica : la strategia di far mancare il numero legale!

Dario Nanni, consigliere PD, precisa su Il Messaggero di sabato .
Innanzitutto lo stipendio di un consigliere comunale (poco più di 1700 Euro), è dato sia dalla presenza in Aula Giulio Cesare, ma anche dalla presenza nelle Commissioni. Il limite massimo retribuito è di 19 presenze. Un consigliere, quindi, può anche non partecipare alle sedute di consiglio e raggiungere il tetto massimo partecipando alle sole Commissioni.
E’ ovvio che ogni Consigliere cerchi di partecipare il più possibile all’attività dell’Aula e delle Commissioni raggiungendo il più delle volte anche il doppio e il triplo delle fatidiche 19 presenze retribuite, e non certo per il gettone. Per quanto mi riguarda sono sempre stato presente in Aula. Altra precisazione sulle votazioni. Ogni consigliere discrezionalmente scegliere se votare a favore, se votare contro, se astenersi, o se non votare proprio, visto che la responsabilità che si assume è personale. Per quanto mi riguarda, stando all’opposizione, spesso non mi sono trovato d’accordo con le proposte presentate dalla maggioranza e ho preferito non votare.


domenica 20 giugno 2010

La manovra è sbagliata....ma forse anche l'opposizione


Sabato scorso ho partecipato alla manifestazione organizzata dal Partito Democratico al Palalottomatica all'Eur.

Inizio il mio post con le parole scritte da Debora Serracchiani su L'Unità:
"Confesso che sono venuta a Roma con un dubbio. Perché fare una manifestazione al chiuso? Non sarebbe stato meglio trovarsi tutti in piazza? Però via via mi convinco che ci siamo: il Pd ha voglia ed è capace di mettere in campo cuore e testa, protesta e proposta. Anche un po’ d’ironia pungente, che non guasta. Bersani è efficace quando va nel merito delle cose, e ci spiega punto per punto cosa c’è da buttare nella manovra, e come Berlusconi sta imbrogliando le carte sul tavolo.....".

Condivido i dubbi dell'europarlamentare ma non le conclusioni.

Secondo Marco Damilano è stato Massimo D'Alema a consigliare nell'ultimo fine settimana che una manifestazione sulla manovra economica sarebbe stata utile per rincuorare le truppe, più annoiate che depresse. «Una cosa semplice, vediamoci in un palazzetto, con le nostre parole d'ordine».

Ecco il problema: una cosa semplice. Come quando organizzi una festa ma per pochi intimi: inutile!

Non nego che gli interventi siano stati toccanti e interessanti, compreso quello di Bersani, ma siamo sempre fra di noi. Cinquemila? Pochi confronto ai milioni che vedono i TG.

Nonostante Roma fosse tappezzata di manifesti pochi dei non iscritti erano a conoscenza della manifestazione, ne è prova che Repubblica oggi ha dedicato all'evento una sola pagina.

Ma cosa aspettiamo per organizzare una grande manifestazione che unisca tutti i partiti dell'opposizioni per gridare forte a questa maggioranza che non accettiamo più il loro governo arrogante ?


Ormai sono in molti a dichiarare che Bersani è un buon segretario ma non un leader. Ma da un segretario mi aspetto che si scelga una squadra all'altezza degli obiettivi che ci siamo proposti.

Ieri ho avuto la netta sensazione di una manifestazione mal organizzata e con una scenografia stantia....


venerdì 18 giugno 2010

L'alternativa comincia ora



Ieri interessante evento all’auditorium della Aran Hotel tra Nichi Vendola, leader di Sinistra Ecologia e Libertà e Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma.
Chi si aspettava l’inizio di un dialogo è rimasto deluso. Il nome dell’iniziativa "L'alternativa comincia ora" , che sembrava evocare un inizio di dialogo tra due leader, risulta essere, invece, un trampolino di lancio per il presidente della Regione Puglia.
Anche gli arrivi all’auditorium danno un segnale inequivocabile. L’ora di inizio era previsto per le 18,00.
Zingaretti arriva quasi puntuale e si dirige sul palco mentre Vendola arriva poco prima delle 19.00 e rilascia interviste ai giornalisti che lo bloccano nel cortile.

Anche la fine è tutto un programma, sembra quasi studiato dagli strateghi di SEL: Zingaretti spiega di dover andare via prima, per la fiaccolata in onore della leader dell'opposizione birmana e Vendola può concludere il confronto in piedi, da solo, in un comizio.

I due leader parlano due lingue diverse fino a quando non ritrovano l'intesa sul solito tema: Berlusconi.

E se il presidente della Provincia attacca una manovra che taglia le risorse degli Enti locali, Vendola è lapidario: «Noi governatori siamo destinati ad essere curatori fallimentari dei nostri bilanci. Tremonti non taglia gli sprechi, fa macelleria sociale. A me in Puglia taglia 400 milioni di euro per servizi, trasporti, scuola: sono forse sprechi questi?» non risparmiando neanche il possibile alleato: «C'è Letta che pensa che questa sia una Finanziaria emendabile. Non sono d'accordo». Dalla sala arriva la domanda: «Quale Letta?». «Enrico, quello di destra».


giovedì 17 giugno 2010

Le criticità del bilancio della Regione Lazio all’avvio della legislatura.


Ieri ho partecipato al primo incontro organizzato dal Centro Studi Regionale sulle criticità del bilancio della Regione Lazio all’avvio della legislatura.

Scopo della iniziativa era quello di fornire spunti per la politica economica regionale, con maggiore attenzione al settore Sanità.

Il Centro Studi Regionali si propone di fornire spunti utili al policy maker, utilizzando le competenze acquisite nella scorsa legislatura regionale nell’ambito del servizio studi di Sviluppo Lazio per evitare la dispersione di un importante patrimonio di analisi.

Dopo l'interessante analisi di Marcello Degni, che ha illustrato ai molti presenti le varie criticità del bilancio regionale, Irene Del Prato - introducendo gli interventi del pubblico - ha posto la seguente domanda retorica "È utile un centro studi nel Lazio?"

Vorrei premettere che, secondo il mio parere, il grande errore di questo periodo è che purtroppo il bilancio detta le priorità e l'agenda al politico e non viceversa.
L'obiettivo non è più soddisfare i bisogni dei cittadini nel modo più efficace e meno costoso ma è diventato l'azzeramento del disavanzo.
Ciò non dipende solo dalla crisi ma soprattutto dalla mediocrità della nostra classe dirigente.

Ritornando alla domanda di Irene, un Paese civile ha bisogno di un'istituzione autorevole e indipendente che controlli e pubblicizzi i dati di bilancio della Pubblica amministrazione e degli enti territoriali.
Una volta c'era la Ragioneria Generale dello Stato. Dico una volta perché ormai da vent'anni la tendenza di tutti governi, di qualsiasi colore o parte, è di eliminare i controlli e la Ragioneria, coerentemente con il progetto intrapreso, è stata di fatto smantellata. Ora è solo un simulacro vuoto.
Mentre negli altri Paesi esistono agenzie indipendenti, stampa finanziaria libera e una Pubblica amministrazione trasparente in Italia la nostra classe dirigente ha intrapreso una strada completamente diversa. Per un nostro concittadino è impossibile non solo comprendere un bilancio ma anche solo reperirlo, alla faccia di tutti i diritti alla trasparenza e alla legge 241/1990.

Per esempio, con la mia associazione Next Europa abbiamo l'intenzione di elaborare un progetto politico da proporre alle prossime elezioni comunali della nostra città, Roma. Per elaborare un buon progetto abbiamo ritenuto innanzitutto fondamentale capire su quali risorse il nostro Comune può fare affidamento e il modo in cui sono state finora spese: abbiamo quindi necessità di conoscere il bilancio.
Già in questo primo passo, banale in un paese civile, abbiamo incontrato i primi ostacoli: il Comune di Roma, tra i più grandi comuni italiani, è uno dei pochi a non rendere pubblico e consultabile dal sito internet istituzionale il proprio bilancio e a fornire l’accesso ad un archivio storico dei rendiconti degli ultimi anni.

Conclusione? Un centro studi di tecnici il più indipendente possibile che sia di aiuto ad una nuova classe dirigente ed ai cittadini non solo è auspicabile ma diventa necessario nel vuoto lasciato dalle istituzioni.

Potete approfondire i temi del dibattito su www.centrostudiregionali.it

mercoledì 16 giugno 2010

La FIOM e Pomigliano


Questa mattina mentre mi preparavo per andare a lavoro ho intravisto la trasmissione su La7 Omnibus dove si parlava della Fiat di Pomigliano d'Arco. Ho potuto assistere solo ai primi tre interventi che in ordine cronologico sono stati di Giorgio Cremaschi (Fiom CGIL), Gianni De Michelis (consulente del ministro Brunetta) e Francesco Boccia (Partito Democratico).

Cremaschi ha esposto le ragioni per le quali la FIOM non ritiene di dover firmare il contratto proposto dalla FIAT. in quanto vengono lesi i diritti minimi dei lavoratori.
De Michelis criticava la posizione della FIOM in quanto in un momento di crisi e con un debito così alto un sindacato responsabile non può tirarsi indietro.
Il nostro Boccia si dice d'accordo con De Michelis e ritiene che i lavoratori debbano accettare la proposta della Fiat per evitare che il datore di lavoro decida di investire magari in Polonia.


Riporto i punti contestati dell'accordo:
1. Sciopero
Sanzioni disciplinari fino al licenziamento per il lavoratore che sciopera mettendo in discussione l’accordo con l’azienda.

2. Iniziativa sindacale
Sanzioni per sindacati e Rsu che proclamano iniziative di lotta contro l’accordo: sospensione dei contributi e dei permessi sindacali.

3. Malattia
In caso di picchi di assenteismo, l’azienda comunque non verserà i contributi per malattia, a prescindere dai controlli.

4. Permessi elettorali
Durante le elezioni, l’azienda non permetterà il recupero dei giorni trascorsi ai seggi dai rappresentanti di lista.

5. Pausa mensa
Per l’azienda si può lavorare anche otto ore di fila senza la mezz’ora di pausa per il pranzo, considerata come straordinario.

Premetto che sono trasalito quando ho rivisto De Michelis pluri-condannato per corruzione essere ospite come consulente del ministro Brunetta (ah poveri soldi nostri) e lamentarsi del debito pubblico italiano creato da altri governi (i suoi governi cavolo!!).
Ma ancora più deludente, a mio avviso, è stato l'intervento di Francesco Boccia che concordava con De Michelis!!

Cosa avrei detto io?

Che per prima cosa quello proposto dalla FIAT non è un accordo ma un ricatto.Il datore di lavoro chiede di aumentare i ritmi di lavoro e non concede neanche un aumento salariale.

La proposta non è ricevibile in quanto le clausole come la rinuncia al diritto di sciopero sono incostituzionali (articolo 40) in quanto le parti non possono disporre dei diritti dei singoli costituzionalmente garantiti.

Se passa la linea Marchionne l'Italia diventerà la Polonia e noi ci troveremo, non per colpa nostra ma della classe dirigente, tutti con meno diritti: oggi toccherà a Pomigliano, domani a noi!!

Andrea De Filippis

martedì 15 giugno 2010

Sottoscrizione per festa democratica

Interessante e.mail dal PD Roma che mi informa degli eventi che si terranno nella Capitale la prossima settimana e, soprattutto, invita gli iscritti alla CENA DI SOTTOSCRIZIONE alla quale parteciperà il Presidente della Provincia di Roma NICOLA ZINGARETTI.
L'appuntamento è alle Terme di Caracalla alle ore 20.30 del 23 giugno presso il ristorante Biologico, gestito dalla “Cooperativa Agricoltura Nuova”.

Vi sottolineo la distinzione del costo: 50,00 € per le persone comuni e 100,00 € per i Parlamentari ed i Consiglieri Regionali.

Ovviamente organizzare una festa Democratica costa e capisco (poco) che le casse della federazione romana siano vuote, ma richiedere 50 euro di sottoscrizione ai militanti che già si impegnano ogni giorno gratuitamente mi sembra veramente troppo, soprattutto se paragonate alle 100 euro che dovranno pagare i Parlamentari.

Proposta: 25 euro per tutti e 250 euro per parlamentari e consiglieri regionali. Permettendo, ovviamente a ciascuno di contribuire in maniera maggiore.

Sarebbe un modo intelligente di invogliare le persone a partecipare e di dare dimostrazione di comprendere la crisi finanziaria attuale in cui versano i cittadini.

Anche perchè, a mio avviso, è l'elettore che deve voler seguire il pd e non il pd che deve farsi inseguire.

Altrimenti il rischio che si corre è quello di lasciare (ancora una volta) l'iscritto senza fiato.

lunedì 14 giugno 2010

Democratica, scuola di politica


Giovedì pomeriggio ho partecipato all'inaugurazione della nuova scuola di politica di "Democratica" che ha come presidente Walter Veltroni.

L'ambizione, ha spiegato, "è contribuire a formare una generazione, anche se non conterà il dato anagrafico. La scuola sarà rivolta a tutte le persone che hanno voglia di mettere ordine nelle mutate categorie del pensiero politico".
La scuola "non sarà identificabile con un partito, con più partiti, con componenti o correnti".

Dopo il presidente ha preso la parola Salvatore Vassallo che ha spiegato le cinque aree su cui intende concentrarsi l'attivita' della scuola: si parlera' di societa' e di politica, di istituzioni, di storia, di pensare globale e di comunicazione.

La sede inaugurata oggi a Roma, in via Tomacelli 146è stata gia' sede del Manifesto: duecento metri quadrati a pochi passi da via Condotti.
Le attività della scuola saranno finanziate da sottoscrittori. Hanno gia' aderito 151 tra deputati e senatori, "di tutte le culture e le posizioni del Pd", ha sottolineato Veltroni, ma non solo.
Del cda fanno parte, oltre a Calearo, anche Renato Soru, Maria Paola Merloni, Raffaele Ranucci e Guido Ghisolfi. Annamaria Malato sara' tesoriere e Giovanna Marinelli segretario generale.

Venerdì, invece, è stata la volta della riunione di Democratica Lazio in quanto la scuola ha una struttura federalista. Erano presenti oltre a Veltroni anche la responsabile del Lazio , on. Maria Coscia e Francesco Scoppola.
Veltroni ha ribadito l'importanza per i giovani di avere uno spazio aperto dove sia possibile discutere solo per il gusto di discutere e non per portare acqua e voti ad alcune persone.

L'idea mi sembra buona adesso vediamo come l'attueranno.



venerdì 11 giugno 2010

Protesta davanti al Senato


Ieri è stata approvato, con voto di fiducia, il ddl intercettazioni in Senato. Ora il ddl passerà alla Camera per l’approvazione.

Contestualmente all'approvazione, a Roma, è stata organizzata una protesta davanti al Senato sotto un sole e un caldo torrido. Appena giunto in piazza Navona, verso le 12,15 ho potuto costatare con delusione che del Partito Democratico eravamo in cinque, ho riconosciuto tra i pochi presenti (Federico con la bandiera, Stefania, Sergio, Ernesto).

Durante la protesta siamo stati informati che l’intero gruppo Pd aveva abbandonato l’aula e speravamo che si sarebbero uniti a noi cittadini che manifestavano per strada, ma solo dopo le 13, dopo alcuni nostri insistenti sms, si sono affacciati i senatori Vincenzo Vita e Anna Finocchiaro (capogruppo Pd) la quale ha rilasciato la dichiarazione: questo atto non è altro che “l’ennesimo tentativo da parte del Governo e del suo più illustre rappresentante, di forzare il lavoro del Parlamento ad interessi personali, in questo caso danneggiando diritti e sicurezza dei cittadini italiani”.

Temo che qualcuno all'interno del nostro partito non dispiaccia molto questa norma....

mercoledì 9 giugno 2010

In ricordo dell'assassinio dei fratelli Rosselli

Ieri pomeriggio la Federazione Italiana Associazioni Partigiane ha organizzato, presso la Casa della Memoria, un incontro per commemorare la ricorrenza dell'assassinio dei Fratelli Rosselli.
Nell'occasione è stato anche proiettato il documentario "Il caso Rosselli" di Stella Savino.

All’evento sono stati invitati dalla coordinatrice Irene Del Prato, il prof. Paolo Bagnoli docente di storia delle dottrine politiche e sociali presso l'università Bocconi, il prof. Nicola Tranfaglia professore emerito di storia dell'Europa e del giornalismo all'Università di Torino e la figlia di Nello, Silvia Rosselli.
Qualche considerazione a riguardo: ritengo che questo tipo di eventi sia quanto mai istruttivo perché senza conoscere la nostra storia non è possibile comprendere il presente e pensare al futuro o come scriveva Cicerone :chiunque non è a conoscenza del proprio passato non ha alcun futuro davanti a sé.

Appare evidente che c’è una sorta di salto temporale nella nostra cultura, infatti mentre tanti hanno una conoscenza più o meno ampia su eventi storici lontani nel tempo (Egiziani, Romani, rivoluzione industriale…) risulta quasi totalmente sconosciuta la nostra storia recente.
Quanti della mia generazione , per esempio, hanno la consapevolezza dei passaggi che attraverso il sacrificio di molti connazionali hanno portato l’Italia alla Repubblica e quanti giovani, distratti dalla frenesia tecnologica o storditi dai messaggi ingannevoli della televisione commerciale comprendono la pericolosità degli attacchi alla nostra Costituzione da parte di questo Governo.
In questi giorni sto leggendo un libro scritto dal mio amico Ernesto Maria Ruffini, ancora non pubblicato, che riporta i discorsi degli uomini che parteciparono all'Assemblea Costituente. Leggere i pensieri e le dichiarazioni di quei politici aiuta a capire il perché di questa Costituzione, il perché dobbiamo difenderla a tutti i costi.

Concludo con le parole di Luigi Sturzo espresse il 27 giugno 1957: "la Costituzione è il fondamento della Repubblica democratica. Se cade dal cuore del popolo, se non è rispettata dalle autorità politiche, se non è difesa dal Governo e dal Parlamento, se è manomessa dai partiti verrà a mancare il terreno sodo sul quale sono fabbricate le nostre istituzioni e ancorate le nostre libertà”

Nuova segnaletica di Alemanno


Vista la latitanza delle istituzioni e dei vigili urbani alla Garbatella i cittadini cominciano a farsi la segnaletica da soli.

martedì 8 giugno 2010

Legge Intercettazioni




Ieri sera al Caffé letterario in via Ostiense 95 ho partecipato all'incontro pubblico
Tv Pubblica-Conflitto d'Interessi-Legge Intercettazioni: No bavaglio, No limite inchieste - MoveOn-Base dei partiti e movimenti spingono il cambiamento.

Erano sul palco oltre gli organizzatori , Marco Quaranta e Francesca Fornaio , Luigi De Magistris (Europarlamentare Idv), Claudio Fava (leader Sel), Ernesto Maria Ruffini (PD) e Roberto Natale (Segretario Fnsi, Federazione Nazionale della Stampa Italiana)

L'obiettivo dell'evento era quello di trovare il modo di cambiare le cose proponendo qualcosa che sia utile a tutti. Cercare insieme di riempire il vuoto che c'è nel distacco tra i cittadini e le Istituzioni.

Quello di ieri sera era il quarto appuntamento organizzato con la partecipazione di alcuni militanti dei partiti dell'opposizione (base Pd, Idv, Sel..) e dei Movimenti (Articolo 21, Viola, Fabbrica di Nichi, alcuni grillini, Anpi).

Peccato per l'assenza dell'ultimo minuto di Ignazio Marino sostituito degnamente dal giovane Ernesto Maria Ruffini .

Gli interventi dal palco sono stati interessanti e tutti hanno ribadito la madre di tutto questo degrado: la mancata approvazione di una legge contro il conflitto d'interessi.
Una mancanza ed un errore politico commesso dalla sinistra ed in particolare (lo aggiungo io!) da Massimo D'Alema che ha prodotto la situazione drammatica in cui versa la nostra democrazia.


Altrettanto drammatico sono le molte leggi che questo Governo è riuscito ad emanare con la sopita complicità dell'opposizione che hanno il solo obiettivo di rendere impunibile il nostro Premier e svuotare i principi della nostra Carta Fondamentale.
Normale concludere con la vergogna della legge anti intercettazioni.
Una legge che colpisce alle basi i due pilastri della democrazia: la magistratura e la stampa.

Grandissimo Ruffini quando ricorda quando i partecipanti ai lavori dell'assemblea costituente ribadirono che senza una libera Stampa non c'è un libero e consapevole voto.

Conclusioi di DeMagistris e Fava che sottolineano che questo disegno di legge non è emendabile e tutti dobbiamo lottare per evitare questa mannaia!

In questo momento i cittadini che hanno a cuore l'Italia non possono assistere immobili a questo scempio.

lunedì 7 giugno 2010

La cronistoria del bilancio contabile di Alemanno!

L’associazione di cui faccio parte ha intenzione di elaborare un progetto politico da proporre alle prossime elezioni comunali della nostra città, Roma.
Per elaborare un buon progetto riteniamo innanzitutto fondamentale capire su quali risorse il nostro Comune può fare affidamento e il modo in cui sono state finora spese: conoscere il bilancio.
Già in questo primo passo, banale in un paese civile, abbiamo incontrato i primi ostacoli: il Comune di Roma, tra i grandi comuni italiani, è uno dei pochi a non rendere pubblico e consultabile dal sito internet istituzionale il proprio bilancio e a fornire l’accesso ad un archivio storico dei rendiconti degli ultimi anni.

Non solo non è facile reperire la documentazione ma , a tutt’oggi, il nostro Comune non ha ancora approvato il bilancio di previsione dell’esercizio 2010!

Pochi giorni fa i Presidenti dei Municipi governati dal centro-sinistra hanno protestato per i limiti imposti alla loro gestione dall’esercizio provvisorio che, ai sensi dell’articolo 163 del Testo Unico degli Enti Locali stabilisce che, nelle more dell'approvazione del bilancio di previsione, gli enti locali possano effettuare, per ciascun intervento, spese in misura non superiore mensilmente ad un dodicesimo delle somme previste nel bilancio deliberato, con esclusione delle spese tassativamente regolate dalla legge o non suscettibili di pagamento frazionato in dodicesimi.

Inoltre, qualche giorno prima, abbastanza in sordina, sui giornali locali veniva pubblicata la notizia della nomina di Domenico Oriani, Magistrato della Corte dei Conti, a Commissario straordinario per il Piano di rientro del debito del Comune accumulato fino al 28 aprile 2008, data di insediamento di Alemanno. Compito del Commissario sarà quello di procedere alla ricognizione definitiva della massa attiva e di quella passiva del bilancio capitolino, in modo da separare il debito pregresso (che ricordiamo dovrebbe ammontare a circa 12 miliardi di euro) dal bilancio attivo.

Per capire cosa sta succedendo alle finanze della Capitale occorre analizzare i fatti finora conosciuti.

Della situazione relativa al debito pubblico del Comune di Roma ho personalmente cominciato a saperne qualcosa dalla lettura dell’articolo pubblicato da Il Sole 24 ore il 4 maggio 2008 che evidenziava come “il nuovo sindaco di Roma, Gianni Alemanno, eredita dalle amministrazioni che lo hanno preceduto un debito di 7 miliardi di euro, cui potrebbero sommarsi altri due miliardi di mutui contratti con la Cassa depositi e prestiti”. Nell’articolo viene evidenziato come nel labirinto delle società partecipate potrebbero esserci ulteriori sorprese negative per il bilancio capitolino (per esempio la situazione critica finanziaria dell’AMA).

Appena la giunta Alemanno si insedia, l’ipotesi più accreditata è la deliberazione di “dissesto finanziario” da parte del consiglio comunale, con l’avvio della conseguente procedura prevista dal TUEL (art. 243), ma il 6 giugno 2008 sul Corriere della Sera viene pubblicata una ricostruzione in cui, mentre Alemanno starebbe valutando l’ipotesi di seguire la suddetta procedura prevista dalla legge, Tremonti e in particolare Letta, che il 5 maggio avrebbe avuto uno scambio di vedute sul problema con Veltroni, sarebbero più propensi a trovare un’altra soluzione. La dichiarazione di “dissesto finanziario” sarebbe un schiaffo troppo grosso a Veltroni e “peserebbe come un macigno sulle possibilità di dialogo tra Berlusconi e il Pd”.
Pochi giorni dopo la soluzione “alternativa” è contenuta nel decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, nel quale si prevede (art. 78), tra l’altro, che il Sindaco di Roma sia nominato Commissario straordinario del Governo per la ricognizione della situazione economico-finanziaria del comune, comprese le società da esso partecipate, con esclusione di quelle quotate nei mercati regolamentati, e per la predisposizione ed attuazione di un piano di rientro dall’indebitamento pregresso.
La gestione commissariale assume, con bilancio separato rispetto a quello della gestione ordinaria, tutte le entrate di competenza e tutte le obbligazioni assunte alla data del 28 aprile 2008, pertanto, le disposizioni precedenti non incidono sulle competenze ordinarie degli organi comunali relativamente alla gestione del periodo successivo alla data del 28 aprile 2008.
Inoltre, per l’intera durata del regime commissariale, viene espressamente stabilito che non può procedersi alla deliberazione di dissesto previsto dal TUEL (art.246) e che nelle more dell’approvazione del piano di rientro di cui al presente articolo, la Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. concede al Comune di Roma un’anticipazione di 500 milioni di euro a valere sui primi futuri trasferimenti statali ad esclusione di quelli compensativi per i mancati introiti di natura tributaria.

Le tappe successive:
29 settembre 2008 - Alemanno sottopone a palazzo Chigi il suo piano di rientro dall’indebitamento pregresso dopo averlo presentato in tribunale. Il debito totale del Comune ammonta a 8.646 milioni di euro. Tre gli strumenti fondamentali utilizzati nel piano di rientro: stop al piano di assunzioni già approvato dal Comune; snellimento della holding Comune di Roma, con una riduzione delle aziende del 25%; maggiore efficienza nel recupero di imposte e tariffe, in particolare della Ta.ri..
5 dicembre 2008 - Il Presidente del Consiglio approva formalmente il piano di rientro con un decreto , non pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, nel quale si autorizza il commissario straordinario ad adottare tutti i provvedimenti necessari e opportuni per l’attuazione e la gestione del piano di rientro, procedendo alla liquidazione e al pagamento”.
18 dicembre 2008 - Il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica), con delibera n. 113 autorizza lo stanziamento dal Fondo Aree sottoutilizzate dei 500 milioni attesi dal Campidoglio.
27 marzo 2009 - Viene approvato nella notte dal consiglio il primo bilancio sotto la giunta Alemanno. Il bilancio totale ammonta a 5.715 milioni di euro (3.515 milioni per la spesa corrente e 2.00 mila per gli investimenti).
15 giugno 2009 - Il quotidiano Repubblica anticipa le dimissioni dell’assessore al bilancio Ezio Castiglione. Tra le motivazioni vi sarebbero divergenze e contrasti con il sindaco, e con alcuni “uomini forti” a lui vicini (i parlamentari Pdl Rampelli, Augello, Piso), in materia di controllo e nomine nelle aziende partecipate e di attuazione di una politica di rigore finanziario per proseguire sulla strada del risanamento. Castiglione è sostituito da Leo, deputato Pdl ex An.
27 settembre 2009 - Il senatore Pd Causi, ex assessore al bilancio della giunta Veltroni, scrive su Repubblica “La stabilizzazione del contributo da parte dello Stato ha una copertura normativa, ma non ha ancora copertura finanziaria a partire dal 2010. Poiché queste risorse non sono destinate a finanziare i servizi e gli investimenti necessari alla città, ma a coprire il piano di rientro tutta la questione gira intorno alla gestione commissariale del Comune, e non alla gestione ordinaria. Va detto che la gestione commissariale brilla per assenza di trasparenza. Quali e quanti dei famosi debiti fuori bilancio denunciati più di un anno fa sono stati effettivamente ritenuti legittimi? Come sono state spese le due annualità straordinarie già trasferite dallo Stato? Non è dato sapere. Il Comune non ha ottemperato a un indirizzo del Parlamento che, all’approvazione della norma speciale per Roma, chiedeva al Sindaco di rendere noti i conti della gestione commissariale in allegato al bilancio ordinario”.
22 ottobre 2009 - L’assessore Leo rispetto, all’ipotesi che i 500 milioni possano arrivare sotto forma di immobili dallo Stato, dichiara: “L’importante è che ci sia liquidità per gennaio altrimenti saltano gli equilibri finanziari. Qualunque formula si pensa, qualunque soluzione si appronta per noi va bene. Basta che si trovi liquidità per gennaio”.
31 dicembre 2009 - Nella legge finanziaria 2010 (art. 2 comma 195, legge 191/2009) si prevede che “per l’anno 2010 è attribuito al Comune di Roma, anche attraverso quote dei fondi immobiliari, un importo pari a 600 milioni di euro”. Inoltre, si concede al comune di Roma per l’anno 2010 “un’anticipazione di tesoreria per le esigenze fino a concorrenza dell’importo trasferito con le quote dei fondi, per provvedere al pagamento delle rate di ammortamento e degli oneri di parte corrente relativi ad oneri di personale, alla produzione di servizi, e all’acquisizione di servizi e forniture compresi nel piano di rientro approvato con decreto PCM 5 dicembre 2008. Infine è stato previsto il conferimento entro gennaio 2010 di una prima rata di 200 milioni”.
3 marzo 2010 - Il Sole 24 ore -“In base a stime in attesa di conferma, il debito finanziario del Comune di Roma supererebbe i 12 miliardi di euro. La Ragioneria Generale dello Stato nel 2008 aveva evidenziato un debito «programmato» (non solo finanziario) fino a 9,7 miliardi. A questo potrebbero aggiungersi altri 1-2 miliardi, anche a causa dei contenziosi persi. Intanto il debito finanziario della gestione ordinaria orbita attorno ai 1,5 miliardi: la nuova contabilità dei prestiti flessibili fa lievitare ulteriormente il conto. Il Campidoglio continua a pagare fornitori e onorare i prestiti (le rate di ammortamento dei mutui sono pari a 565 milioni l’anno) e anticipa i trasferimenti dello Stato: l’ultima tranche da 500 milioni, trasferita tramite immobili da valorizzare, ha fatto scricchiolare l’intero impianto della inedita doppia gestione commissariale e ordinaria affidata al sindaco Gianni Alemanno. Una situazione insostenibile”.
28 febbraio 2010 - “Corriere della Sera”- Alemanno dichiara che : «Tra le varie cose di cui abbiamo parlato con il ministro Tremonti, c’è una norma ponte che prevede la nomina di un nuovo commissario», ha detto il sindaco a margine della visita a L’Aquila. Interpellato poi sull’approvazione del bilancio comunale, Alemanno ha spiegato che “sarà legato alla nomina del nuovo commissario, quindi verrà rinviato in maniera tale da non avere più commistioni tra piano di rientro e il bilancio comunale, che devono necessariamente viaggiare su binari separati. Abbiamo stabilito di fare una norma ponte nel decreto sulla finanza locale che è in corso di approvazione in Parlamento e completarlo a giugno nel corso della manovra finanziaria.”
28 marzo 2010 – “L’Unità” - “Come si è passati da un debito di 6.800 milioni di euro ai 9.500 denunciati da un Alemanno appena insediato, fino agli oltre 12.000 che molti oggi paventano? La chiave è nascosta tra le incompetenze, su cui spicca la scarsissima trasparenza: perché, infatti, Alemanno non ha mai pubblicato il bilancio straordinario del Comune, quello dedicato al risanamento, malgrado il Parlamento con un ordine del giorno votato dai due schieramenti gli abbia chiesto espressamente di farlo?”
Nel DDL di conversione del Decreto legge 2/2010 “Interventi urgenti concernenti enti locali e regioni” viene stabilito che con successivo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sarà nominato un Commissario straordinario del Governo per la gestione del piano di rientro gestito con separato bilancio. Il nuovo Commissario procederà alla definitiva ricognizione della massa attiva e della massa passiva rientranti nel predetto piano di rientro. Inoltre, per il comune di Roma saranno fissati i nuovi termini per la deliberazione del bilancio di previsione per l’anno 2010, per l’approvazione del rendiconto relativo all’esercizio 2009 e per l’assestamento del bilancio relativi all’esercizio 2010. Infine viene evidenziato che la gestione commissariale del comune assumerà, con bilancio separato rispetto a quello della gestione ordinaria, tutte le obbligazioni derivanti da fatti o atti posti in essere fino alla data del 28 aprile 2008, anche qualora le stesse siano accertate e i relativi crediti siano liquidati con sentenze pubblicate successivamente alla medesima data.

CONCLUSIONI
La nomina di Domenico Oriani, magistrato della Corte dei Conti, che sostituisce dopo poco più di un anno e mezzo Alemanno, a commissario straordinario per la ricognizione della situazione economico-finanziaria e per la predisposizione di un piano di rientro, è un evidente fallimento del sindaco di Roma.
Tragico è , inoltre, che il nuovo commissario sia lo stesso subcommissario che da due anni affianca il sindaco nella gestione commissariale. Il commissario dovrà procedere alla definitiva ricognizione entro il 15 giugno, ma questo significa che fino ad oggi Alemanno o non si è mai occupato del Piano di rientro (la massa passiva doveva essere già nota) oppure che il nostro Sindaco in questi due anni ha giocato a inserire nel Piano di rientro quello che non riusciva ad amministrare.

La vicenda che abbiamo riportato evidenzia il disprezzo delle regole di questo Governo e la connivenza dell’attuale opposizione. Il TUEL è molto preciso sui tempi, modi e strumenti per l’individuazione di un piano di risanamento e determina chiaramente il ruolo degli organi ordinari e straordinari con le relative responsabilità e competenze di fronte alle istituzioni dello Stato e ai cittadini in merito al dissesto finanziario dell’ente locale.
Fondamentale nella struttura ideata dalla normativa è il ruolo la Corte dei Conti che, tempestivamente informata con relazioni degli organi revisori, può stabilire l’esclusione da determinati incarichi degli amministratori ritenuti responsabili di aver contribuito al dissesto con azioni o omissioni.
Le continue deroghe previste dal Governo in accordo con la maggioranza nel consiglio del Comune di Roma e forse con il silenzio dell’opposizione non sono da Paese civile ma risultano essere un pacchiano tentativo di salvare i conti e le poltrone distruggendo lo stato di diritto.

Questa è la cronistoria degli ultimi due anni per un giudizio politico, da domani inizieremo a elaborare un’analisi sull’aspetto prettamente contabile.

Andrea De Filippis





link utili
www.radicaliroma.com

La scuola....andare Oltre


Vi riporto il mio intervento del 18 aprile 2010 all'auditorium di via Rieti all'incontro : ...andare oltre

Dopo la sconfitta elettorale non si fa che parlare di numeri e di struttura del partito lasciando a margine due concetti, per me, fondamentali della politica: gli uomini e le idee.

Il problema del Partito Democratico è una classe dirigente inadeguata e senza idee.

Quando mi hanno invitato mi hanno pregato di essere concreto. E allora ecco la concretezza .

Abbiamo bisogno di una nuova classe dirigente che sappia ascoltare i cittadini e sappia parlare al cuore della gente.

Abbiamo bisogno di persone che siano disponibili a girare nei mercati, nelle piazze, andare nei posti di lavoro, a distribuire volantini e questionari, ascoltare la gente che racconta i propri problemi , ascoltare le proposte dei cittadini. Senza telecamere, senza microfoni.

Abbiamo bisogno di circoli aperti, non solo fisicamente, capaci di organizzare degli incontri, al fine di discutere concretamente sulle proposte e non sulle persone insieme a tutti i cittadini.

Dobbiamo seguire idee, contenuti e progetti con la forza del ragionamento e del confronto.

Adesso ecco una mia idea

L’altra sera un amico mi ha chiesto : secondo te quale è il problema dell’Italia, su cosa punteresti se potessi scegliere?

Senza esitazione ho risposto la Scuola.

Senza un’ottima Scuola non avremo bravi medici, bravi giudici, bravi dirigenti.

E soprattutto, senza un’ottima Scuola non avremo bravi cittadini.

Investire nella Scuola è investire sul nostro FUTURO.

Ho due bambini che frequentano la scuola elementare pubblica a Roma e sono revisore dei conti in alcune scuole di Torino, Napoli e Brindisi .

Incontro, per lavoro, molti dirigenti scolastici , direttori amministrativi e docenti e tutti mi rappresentano una Scuola allo sbando, alla deriva.

Salvare la scuola dei nostri figli dalla barbarie, dall’illegalità e dall’ingiustizia in cui l’hanno precipitata i nostri politici è il primo obiettivo di una Paese civile e di un Partito Democratico.

Aiutare i nostri figli a competere con i coetanei stranieri è un nostro dovere.


I problemi della scuola italiana sono essenzialmente due: il caos organizzativo e la cattiva gestione dei fondi.

Concretamente cosa possiamo fare:

1. Maggior Autonomia
L’autonomia deve essere reale.
Le scuole devono essere più libere, condizione essenziale per poter essere valutate. Devono poter disporre della flessibilità necessaria nell’orario, nella promozione della formazione degli insegnanti e nella gestione degli organici.
Per aumentare l’autonomia dobbiamo far in modo che la scuola si concentri solo sulla didattica.
I dirigenti scolastici, adesso, combattono con mille procedure burocratiche, facciamogli fare quello che dovrebbero saper fare: organizzare l’insegnamento.
Demandiamo le pratiche amministrative agli uffici provinciali e regionali (redazione contratti, ricostruzioni carriera, dichiarazione dei redditi) e liberiamo risorse per affrontare i problemi degli studenti.

2. Scuole belle ed aperte

Lo stato di abbandono e di scarsa manutenzione degli edifici scolastici è molto grave ed è sotto gli occhi di tutti.

Investiamo non solo per riqualificare le strutture esistenti, ma per farne luoghi più belli e accoglienti del quartiere, con architetture nuove, attrezzature didattiche di qualità, strumenti tecnologici e ampia dotazione di servizi.

Per esempio a Roma puoi trovare in pochi km q anche 5 scuole elementari pubbliche con strutture fatiscenti: unifichiamole costruendo edifici a norma e moderni e aiutiamo le famiglie con un servizio efficiente di scuolabus creando dei veri e propri "campus della scuola dell’obbligo".
Dopo la ristrutturazione, questi patrimoni pubblici dovranno essere utilizzati al massimo grado, tenendoli aperti tutto il giorno trasformandoli in centri di iniziative dalla musica, al teatro, all’arte, al multimediale.

3. Meritocrazia
Le varie riforme hanno eliminato la maggior parte degli esami che gli studenti dovevano sostenere. Ripensiamoci. Nella scuola la parola d’ordine deve essere MERITOCRAZIA. L’obiettivo non deve essere diploma per tutti ma un’istruzione per tutti. Non è possibile che il tasso di non promossi (03/04) era dell’1,1%, 3,9% e del 13,8% rispettivamente nei vari livelli scolastici, quando è a conoscenza di tutti il grado di cultura dei nostri ragazzi (Nella classifica dei Paesi più istruiti dell’OCSE, l’Italia è al 28° posto su 30). Utilizziamo meglio lo strumento dell’INVALSI (Istituto Nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione).

In questo quadro, va pienamente valorizzata la professionalità dei docenti, avviando una vera e propria carriera professionale degli insegnanti, che valorizzi il merito e l’impegno.

4. Risorse

Stiamo attraversando una brutta crisi economica ma a pagarne le conseguenze non può essere la scuola. Dobbiamo spendere meno e meglio, tagliamo i rami secchi e convogliamo la poca linfa negli organi vitali dello Stato.

La spesa pubblica sull’istruzione in rapporto al Pil è in Italia ai livelli della media Ocse. Nel 2004 (ultimo dato disponibile) era pari al 3,3 per cento del Pil.

La spesa per studente è tuttavia più alta in Italia che all’estero, quindi le risorse ci sono ma dobbiamo saperle spendere.

La spesa per il personale copre l’81 per cento del totale della spesa, poco più della media Ocse ma il problema è che spendiamo proporzionalmente di meno degli altri per l’edilizia scolastica, la dotazione infrastrutturale delle scuole, i servizi agli studenti (mense, trasporti) eccetera.
Risparmiamo e riqualifichiamo la spesa , non è difficile basta volerlo.

Queste proposte non hanno nulla di nuovo : sono, nella maggior parte, già riportate nel programma di governo di Veltroni. Mi chiedo il perché non abbiamo coinvolto i cittadini e non glielo abbiamo spiegato nelle piazze e nei mercati?

È ora di rimboccarsi le maniche e andare oltre.

Grazie

Andrea De Filippis

Una semplice analisi di un elettore

nota del 31 marzo 2010

Abbiamo perso, e questo è un fatto!
E’ stata una sconfitta su scala nazionale ma soprattutto abbiamo perso nel Lazio.
Possiamo trovare mille giustificazioni , ma una classe dirigente seria deve analizzare i risultati e cercare di valutare gli errori.
A mio avviso le responsabilità sono distribuite su tre livelli: nazionale, regionale e conduzione della campagna elettorale.

Per quanto riguarda il PD nazionale, nonostante la nuova dirigenza si sia insediata da quasi cinque mesi gli elettori e gli iscritti non hanno ancora capito qual’ è l’ Italia che vogliamo costruire e quale modello Paese stiamo perseguendo. Per ogni tema abbiamo mille posizioni diverse, non esistono solo le correnti ma addirittura ad ogni corrente corrisponde un programma.
Se prendiamo in considerazione l’unico partito che ha stravinto queste elezioni, la Lega, ci accorgiamo che il messaggio veicolato, per quanto non condivisibile, è semplice e chiaro. E’ vero noi siamo un partito federale ed è giusto così, ma le linee guida della dirigenza su materie importanti come, ad esempio, fisco, giustizia, sanità, legge elettorale dovrebbero arrivare in modo puntuale ed essere concrete e realistiche.

Per quanto riguarda la gestione politica del PD Lazio bisogna comunque tener conto che si partiva da una situazione di svantaggio reale in seguito alla nota vicenda Marrazzo che ha tolto credibilità all’intera giunta, che per altro aveva adottato una politica regionale mediocre.
a partenza in salita, però, non può giustificare la mancanza di coraggio dell’attuale classe dirigente. Anche nei momenti difficili, infatti, ci aspettiamo rispetto delle regole, coraggio e trasparenza.
Il rispetto delle regole, perché lo statuto prevede le primarie e il segretario aveva tutto il tempo per indirle , sia di coalizione che di partito ma la scelta politica è stata un’altra ed è sotto gli occhi di tutti il fallimento.
Il coraggio di individuare un candidato autorevole, che anche se sconfitto poteva rappresentare l’inizio di un cammino dignitoso verso la vera politica PD.
Il coraggio di presentare delle liste competitive, scontentando qualcuno ma prendendo delle decisioni a favore del partito e non delle mozioni e dei “potenti”. Per esempio a Roma per il nostro partito la scelta è stata la seguente: sono stati individuati alcuni nomi “forti” affiancati da candidati sconosciuti con il solo compito di riempire la lista senza disturbare i “predestinati”.
Le liste bloccate non sono l’unico modo di uccidere la democrazia; quello utilizzato dal PD Lazio è stato ancora più subdolo (ti fanno credere di scegliere ma non è vero).

Io da quando sono iscritto al PD ho seguito le ultime tre campagne elettorali (europee, primarie, regionali). A mio avviso questa volta il PD non ha fatto campagna elettorale, ha appaltato tutto ai singoli candidati, con i loro comitati elettorali e i loro sostenitori. Conseguenza naturale della mancanza di una cabina di regia sono stati gli eventi scoordinati e in contemporanea dove non si parlava di temi ma solo dei candidati. L’obiettivo non era convincere gli indecisi ma togliere i voti ai compagni di lista.

Ritengo insufficiente la campagna elettorale di Emma Bonino, ovviamente lei ha fatto i suoi interessi. La priorità del leader radicale è stata quella di dare la maggior visibilità possibile alle sue liste affrontando superficialmente o non divulgando correttamente i temi della regione.
Valutando i pessimi risultati ottenuti nelle province nasce sicuramente più di una domanda. A quanti comizi ha partecipato Emma in giro per la nostra Regione? Era necessario andare in Piemonte a pochi giorni dalle elezioni?

In alcuni momenti della campagna elettorale ho pensato che il Partito Democratico avesse già dato per perso il Lazio, ho avuto più volte la sensazione che l’obiettivo non era vincere ma piazzare il maggior numero di consiglieri uscenti.

Un ultimo appunto lo rivolgo ad Area Democratica che adesso alza la voce: dov’era quando si prendevano le decisioni? All’opposizione interna non si chiede di spartirsi gli incarichi ma di fare l’unica cosa che in democrazia compete alla minoranza: vigilare sul rispetto delle regole e denunciare qualsiasi comportamento contrario della maggioranza, arrivando anche alla mozione di sfiducia. Non si è fatto prima per poter chiedere il conto adesso.

Adesso non è ora della resa dei conti o della richiesta di dimissioni. Ritengo però doveroso un chiarimento politico da parte della classe dirigente del mio partito, che preveda sia l’ammissione della sconfitta che la spiegazione delle decisioni prese.

Concludo riportando una parte della lettera, oggi più attuale che mai, che abbiamo scritto un paio di settimane fa io ed Andrea Bellachioma
Molti di noi hanno la consapevolezza che l’idea di fondare il Partito Democratico sia stata, ed è tuttora, la strada che più di ogni altra può permetterci di avviare un percorso riformista destinato a durare negli anni ed in grado di dare vita alla classe dirigente di domani.
Questa consapevolezza, - per alcuni solo speranza - si scontra però con le tante inefficienze che attualmente impediscono al Partito Democratico di essere il motore del rinnovamento dello scenario politico e culturale italiano.
La classe dirigente del nostro partito non ha una linea coerente, non è in grado di comunicare con chiarezza le proprie idee. Quante volte, tutti noi, abbiamo ripetuto la frase “non abbiamo una strategia “?
La crisi del PD è la crisi della rappresentanza politica in Italia.
Il nostro impegno per il futuro sarà recuperare le parole chiave della democrazia: rappresentanza e partecipazione.
Ecco perché sentivamo l’esigenza di riunire donne ed uomini liberi, che si muovono senza le camicie di forza delle correnti di partito, animati da una comune sensibilità e dalla voglia di costruire proposte concrete per migliorare il Paese.

Ora è il momento di decidere come muoverci per attuare i nostri propositi.

Andrea De Filippis