Pagine

lunedì 7 giugno 2010

La cronistoria del bilancio contabile di Alemanno!

L’associazione di cui faccio parte ha intenzione di elaborare un progetto politico da proporre alle prossime elezioni comunali della nostra città, Roma.
Per elaborare un buon progetto riteniamo innanzitutto fondamentale capire su quali risorse il nostro Comune può fare affidamento e il modo in cui sono state finora spese: conoscere il bilancio.
Già in questo primo passo, banale in un paese civile, abbiamo incontrato i primi ostacoli: il Comune di Roma, tra i grandi comuni italiani, è uno dei pochi a non rendere pubblico e consultabile dal sito internet istituzionale il proprio bilancio e a fornire l’accesso ad un archivio storico dei rendiconti degli ultimi anni.

Non solo non è facile reperire la documentazione ma , a tutt’oggi, il nostro Comune non ha ancora approvato il bilancio di previsione dell’esercizio 2010!

Pochi giorni fa i Presidenti dei Municipi governati dal centro-sinistra hanno protestato per i limiti imposti alla loro gestione dall’esercizio provvisorio che, ai sensi dell’articolo 163 del Testo Unico degli Enti Locali stabilisce che, nelle more dell'approvazione del bilancio di previsione, gli enti locali possano effettuare, per ciascun intervento, spese in misura non superiore mensilmente ad un dodicesimo delle somme previste nel bilancio deliberato, con esclusione delle spese tassativamente regolate dalla legge o non suscettibili di pagamento frazionato in dodicesimi.

Inoltre, qualche giorno prima, abbastanza in sordina, sui giornali locali veniva pubblicata la notizia della nomina di Domenico Oriani, Magistrato della Corte dei Conti, a Commissario straordinario per il Piano di rientro del debito del Comune accumulato fino al 28 aprile 2008, data di insediamento di Alemanno. Compito del Commissario sarà quello di procedere alla ricognizione definitiva della massa attiva e di quella passiva del bilancio capitolino, in modo da separare il debito pregresso (che ricordiamo dovrebbe ammontare a circa 12 miliardi di euro) dal bilancio attivo.

Per capire cosa sta succedendo alle finanze della Capitale occorre analizzare i fatti finora conosciuti.

Della situazione relativa al debito pubblico del Comune di Roma ho personalmente cominciato a saperne qualcosa dalla lettura dell’articolo pubblicato da Il Sole 24 ore il 4 maggio 2008 che evidenziava come “il nuovo sindaco di Roma, Gianni Alemanno, eredita dalle amministrazioni che lo hanno preceduto un debito di 7 miliardi di euro, cui potrebbero sommarsi altri due miliardi di mutui contratti con la Cassa depositi e prestiti”. Nell’articolo viene evidenziato come nel labirinto delle società partecipate potrebbero esserci ulteriori sorprese negative per il bilancio capitolino (per esempio la situazione critica finanziaria dell’AMA).

Appena la giunta Alemanno si insedia, l’ipotesi più accreditata è la deliberazione di “dissesto finanziario” da parte del consiglio comunale, con l’avvio della conseguente procedura prevista dal TUEL (art. 243), ma il 6 giugno 2008 sul Corriere della Sera viene pubblicata una ricostruzione in cui, mentre Alemanno starebbe valutando l’ipotesi di seguire la suddetta procedura prevista dalla legge, Tremonti e in particolare Letta, che il 5 maggio avrebbe avuto uno scambio di vedute sul problema con Veltroni, sarebbero più propensi a trovare un’altra soluzione. La dichiarazione di “dissesto finanziario” sarebbe un schiaffo troppo grosso a Veltroni e “peserebbe come un macigno sulle possibilità di dialogo tra Berlusconi e il Pd”.
Pochi giorni dopo la soluzione “alternativa” è contenuta nel decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, nel quale si prevede (art. 78), tra l’altro, che il Sindaco di Roma sia nominato Commissario straordinario del Governo per la ricognizione della situazione economico-finanziaria del comune, comprese le società da esso partecipate, con esclusione di quelle quotate nei mercati regolamentati, e per la predisposizione ed attuazione di un piano di rientro dall’indebitamento pregresso.
La gestione commissariale assume, con bilancio separato rispetto a quello della gestione ordinaria, tutte le entrate di competenza e tutte le obbligazioni assunte alla data del 28 aprile 2008, pertanto, le disposizioni precedenti non incidono sulle competenze ordinarie degli organi comunali relativamente alla gestione del periodo successivo alla data del 28 aprile 2008.
Inoltre, per l’intera durata del regime commissariale, viene espressamente stabilito che non può procedersi alla deliberazione di dissesto previsto dal TUEL (art.246) e che nelle more dell’approvazione del piano di rientro di cui al presente articolo, la Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. concede al Comune di Roma un’anticipazione di 500 milioni di euro a valere sui primi futuri trasferimenti statali ad esclusione di quelli compensativi per i mancati introiti di natura tributaria.

Le tappe successive:
29 settembre 2008 - Alemanno sottopone a palazzo Chigi il suo piano di rientro dall’indebitamento pregresso dopo averlo presentato in tribunale. Il debito totale del Comune ammonta a 8.646 milioni di euro. Tre gli strumenti fondamentali utilizzati nel piano di rientro: stop al piano di assunzioni già approvato dal Comune; snellimento della holding Comune di Roma, con una riduzione delle aziende del 25%; maggiore efficienza nel recupero di imposte e tariffe, in particolare della Ta.ri..
5 dicembre 2008 - Il Presidente del Consiglio approva formalmente il piano di rientro con un decreto , non pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, nel quale si autorizza il commissario straordinario ad adottare tutti i provvedimenti necessari e opportuni per l’attuazione e la gestione del piano di rientro, procedendo alla liquidazione e al pagamento”.
18 dicembre 2008 - Il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica), con delibera n. 113 autorizza lo stanziamento dal Fondo Aree sottoutilizzate dei 500 milioni attesi dal Campidoglio.
27 marzo 2009 - Viene approvato nella notte dal consiglio il primo bilancio sotto la giunta Alemanno. Il bilancio totale ammonta a 5.715 milioni di euro (3.515 milioni per la spesa corrente e 2.00 mila per gli investimenti).
15 giugno 2009 - Il quotidiano Repubblica anticipa le dimissioni dell’assessore al bilancio Ezio Castiglione. Tra le motivazioni vi sarebbero divergenze e contrasti con il sindaco, e con alcuni “uomini forti” a lui vicini (i parlamentari Pdl Rampelli, Augello, Piso), in materia di controllo e nomine nelle aziende partecipate e di attuazione di una politica di rigore finanziario per proseguire sulla strada del risanamento. Castiglione è sostituito da Leo, deputato Pdl ex An.
27 settembre 2009 - Il senatore Pd Causi, ex assessore al bilancio della giunta Veltroni, scrive su Repubblica “La stabilizzazione del contributo da parte dello Stato ha una copertura normativa, ma non ha ancora copertura finanziaria a partire dal 2010. Poiché queste risorse non sono destinate a finanziare i servizi e gli investimenti necessari alla città, ma a coprire il piano di rientro tutta la questione gira intorno alla gestione commissariale del Comune, e non alla gestione ordinaria. Va detto che la gestione commissariale brilla per assenza di trasparenza. Quali e quanti dei famosi debiti fuori bilancio denunciati più di un anno fa sono stati effettivamente ritenuti legittimi? Come sono state spese le due annualità straordinarie già trasferite dallo Stato? Non è dato sapere. Il Comune non ha ottemperato a un indirizzo del Parlamento che, all’approvazione della norma speciale per Roma, chiedeva al Sindaco di rendere noti i conti della gestione commissariale in allegato al bilancio ordinario”.
22 ottobre 2009 - L’assessore Leo rispetto, all’ipotesi che i 500 milioni possano arrivare sotto forma di immobili dallo Stato, dichiara: “L’importante è che ci sia liquidità per gennaio altrimenti saltano gli equilibri finanziari. Qualunque formula si pensa, qualunque soluzione si appronta per noi va bene. Basta che si trovi liquidità per gennaio”.
31 dicembre 2009 - Nella legge finanziaria 2010 (art. 2 comma 195, legge 191/2009) si prevede che “per l’anno 2010 è attribuito al Comune di Roma, anche attraverso quote dei fondi immobiliari, un importo pari a 600 milioni di euro”. Inoltre, si concede al comune di Roma per l’anno 2010 “un’anticipazione di tesoreria per le esigenze fino a concorrenza dell’importo trasferito con le quote dei fondi, per provvedere al pagamento delle rate di ammortamento e degli oneri di parte corrente relativi ad oneri di personale, alla produzione di servizi, e all’acquisizione di servizi e forniture compresi nel piano di rientro approvato con decreto PCM 5 dicembre 2008. Infine è stato previsto il conferimento entro gennaio 2010 di una prima rata di 200 milioni”.
3 marzo 2010 - Il Sole 24 ore -“In base a stime in attesa di conferma, il debito finanziario del Comune di Roma supererebbe i 12 miliardi di euro. La Ragioneria Generale dello Stato nel 2008 aveva evidenziato un debito «programmato» (non solo finanziario) fino a 9,7 miliardi. A questo potrebbero aggiungersi altri 1-2 miliardi, anche a causa dei contenziosi persi. Intanto il debito finanziario della gestione ordinaria orbita attorno ai 1,5 miliardi: la nuova contabilità dei prestiti flessibili fa lievitare ulteriormente il conto. Il Campidoglio continua a pagare fornitori e onorare i prestiti (le rate di ammortamento dei mutui sono pari a 565 milioni l’anno) e anticipa i trasferimenti dello Stato: l’ultima tranche da 500 milioni, trasferita tramite immobili da valorizzare, ha fatto scricchiolare l’intero impianto della inedita doppia gestione commissariale e ordinaria affidata al sindaco Gianni Alemanno. Una situazione insostenibile”.
28 febbraio 2010 - “Corriere della Sera”- Alemanno dichiara che : «Tra le varie cose di cui abbiamo parlato con il ministro Tremonti, c’è una norma ponte che prevede la nomina di un nuovo commissario», ha detto il sindaco a margine della visita a L’Aquila. Interpellato poi sull’approvazione del bilancio comunale, Alemanno ha spiegato che “sarà legato alla nomina del nuovo commissario, quindi verrà rinviato in maniera tale da non avere più commistioni tra piano di rientro e il bilancio comunale, che devono necessariamente viaggiare su binari separati. Abbiamo stabilito di fare una norma ponte nel decreto sulla finanza locale che è in corso di approvazione in Parlamento e completarlo a giugno nel corso della manovra finanziaria.”
28 marzo 2010 – “L’Unità” - “Come si è passati da un debito di 6.800 milioni di euro ai 9.500 denunciati da un Alemanno appena insediato, fino agli oltre 12.000 che molti oggi paventano? La chiave è nascosta tra le incompetenze, su cui spicca la scarsissima trasparenza: perché, infatti, Alemanno non ha mai pubblicato il bilancio straordinario del Comune, quello dedicato al risanamento, malgrado il Parlamento con un ordine del giorno votato dai due schieramenti gli abbia chiesto espressamente di farlo?”
Nel DDL di conversione del Decreto legge 2/2010 “Interventi urgenti concernenti enti locali e regioni” viene stabilito che con successivo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sarà nominato un Commissario straordinario del Governo per la gestione del piano di rientro gestito con separato bilancio. Il nuovo Commissario procederà alla definitiva ricognizione della massa attiva e della massa passiva rientranti nel predetto piano di rientro. Inoltre, per il comune di Roma saranno fissati i nuovi termini per la deliberazione del bilancio di previsione per l’anno 2010, per l’approvazione del rendiconto relativo all’esercizio 2009 e per l’assestamento del bilancio relativi all’esercizio 2010. Infine viene evidenziato che la gestione commissariale del comune assumerà, con bilancio separato rispetto a quello della gestione ordinaria, tutte le obbligazioni derivanti da fatti o atti posti in essere fino alla data del 28 aprile 2008, anche qualora le stesse siano accertate e i relativi crediti siano liquidati con sentenze pubblicate successivamente alla medesima data.

CONCLUSIONI
La nomina di Domenico Oriani, magistrato della Corte dei Conti, che sostituisce dopo poco più di un anno e mezzo Alemanno, a commissario straordinario per la ricognizione della situazione economico-finanziaria e per la predisposizione di un piano di rientro, è un evidente fallimento del sindaco di Roma.
Tragico è , inoltre, che il nuovo commissario sia lo stesso subcommissario che da due anni affianca il sindaco nella gestione commissariale. Il commissario dovrà procedere alla definitiva ricognizione entro il 15 giugno, ma questo significa che fino ad oggi Alemanno o non si è mai occupato del Piano di rientro (la massa passiva doveva essere già nota) oppure che il nostro Sindaco in questi due anni ha giocato a inserire nel Piano di rientro quello che non riusciva ad amministrare.

La vicenda che abbiamo riportato evidenzia il disprezzo delle regole di questo Governo e la connivenza dell’attuale opposizione. Il TUEL è molto preciso sui tempi, modi e strumenti per l’individuazione di un piano di risanamento e determina chiaramente il ruolo degli organi ordinari e straordinari con le relative responsabilità e competenze di fronte alle istituzioni dello Stato e ai cittadini in merito al dissesto finanziario dell’ente locale.
Fondamentale nella struttura ideata dalla normativa è il ruolo la Corte dei Conti che, tempestivamente informata con relazioni degli organi revisori, può stabilire l’esclusione da determinati incarichi degli amministratori ritenuti responsabili di aver contribuito al dissesto con azioni o omissioni.
Le continue deroghe previste dal Governo in accordo con la maggioranza nel consiglio del Comune di Roma e forse con il silenzio dell’opposizione non sono da Paese civile ma risultano essere un pacchiano tentativo di salvare i conti e le poltrone distruggendo lo stato di diritto.

Questa è la cronistoria degli ultimi due anni per un giudizio politico, da domani inizieremo a elaborare un’analisi sull’aspetto prettamente contabile.

Andrea De Filippis





link utili
www.radicaliroma.com

Nessun commento:

Posta un commento