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lunedì 7 giugno 2010

La scuola....andare Oltre


Vi riporto il mio intervento del 18 aprile 2010 all'auditorium di via Rieti all'incontro : ...andare oltre

Dopo la sconfitta elettorale non si fa che parlare di numeri e di struttura del partito lasciando a margine due concetti, per me, fondamentali della politica: gli uomini e le idee.

Il problema del Partito Democratico è una classe dirigente inadeguata e senza idee.

Quando mi hanno invitato mi hanno pregato di essere concreto. E allora ecco la concretezza .

Abbiamo bisogno di una nuova classe dirigente che sappia ascoltare i cittadini e sappia parlare al cuore della gente.

Abbiamo bisogno di persone che siano disponibili a girare nei mercati, nelle piazze, andare nei posti di lavoro, a distribuire volantini e questionari, ascoltare la gente che racconta i propri problemi , ascoltare le proposte dei cittadini. Senza telecamere, senza microfoni.

Abbiamo bisogno di circoli aperti, non solo fisicamente, capaci di organizzare degli incontri, al fine di discutere concretamente sulle proposte e non sulle persone insieme a tutti i cittadini.

Dobbiamo seguire idee, contenuti e progetti con la forza del ragionamento e del confronto.

Adesso ecco una mia idea

L’altra sera un amico mi ha chiesto : secondo te quale è il problema dell’Italia, su cosa punteresti se potessi scegliere?

Senza esitazione ho risposto la Scuola.

Senza un’ottima Scuola non avremo bravi medici, bravi giudici, bravi dirigenti.

E soprattutto, senza un’ottima Scuola non avremo bravi cittadini.

Investire nella Scuola è investire sul nostro FUTURO.

Ho due bambini che frequentano la scuola elementare pubblica a Roma e sono revisore dei conti in alcune scuole di Torino, Napoli e Brindisi .

Incontro, per lavoro, molti dirigenti scolastici , direttori amministrativi e docenti e tutti mi rappresentano una Scuola allo sbando, alla deriva.

Salvare la scuola dei nostri figli dalla barbarie, dall’illegalità e dall’ingiustizia in cui l’hanno precipitata i nostri politici è il primo obiettivo di una Paese civile e di un Partito Democratico.

Aiutare i nostri figli a competere con i coetanei stranieri è un nostro dovere.


I problemi della scuola italiana sono essenzialmente due: il caos organizzativo e la cattiva gestione dei fondi.

Concretamente cosa possiamo fare:

1. Maggior Autonomia
L’autonomia deve essere reale.
Le scuole devono essere più libere, condizione essenziale per poter essere valutate. Devono poter disporre della flessibilità necessaria nell’orario, nella promozione della formazione degli insegnanti e nella gestione degli organici.
Per aumentare l’autonomia dobbiamo far in modo che la scuola si concentri solo sulla didattica.
I dirigenti scolastici, adesso, combattono con mille procedure burocratiche, facciamogli fare quello che dovrebbero saper fare: organizzare l’insegnamento.
Demandiamo le pratiche amministrative agli uffici provinciali e regionali (redazione contratti, ricostruzioni carriera, dichiarazione dei redditi) e liberiamo risorse per affrontare i problemi degli studenti.

2. Scuole belle ed aperte

Lo stato di abbandono e di scarsa manutenzione degli edifici scolastici è molto grave ed è sotto gli occhi di tutti.

Investiamo non solo per riqualificare le strutture esistenti, ma per farne luoghi più belli e accoglienti del quartiere, con architetture nuove, attrezzature didattiche di qualità, strumenti tecnologici e ampia dotazione di servizi.

Per esempio a Roma puoi trovare in pochi km q anche 5 scuole elementari pubbliche con strutture fatiscenti: unifichiamole costruendo edifici a norma e moderni e aiutiamo le famiglie con un servizio efficiente di scuolabus creando dei veri e propri "campus della scuola dell’obbligo".
Dopo la ristrutturazione, questi patrimoni pubblici dovranno essere utilizzati al massimo grado, tenendoli aperti tutto il giorno trasformandoli in centri di iniziative dalla musica, al teatro, all’arte, al multimediale.

3. Meritocrazia
Le varie riforme hanno eliminato la maggior parte degli esami che gli studenti dovevano sostenere. Ripensiamoci. Nella scuola la parola d’ordine deve essere MERITOCRAZIA. L’obiettivo non deve essere diploma per tutti ma un’istruzione per tutti. Non è possibile che il tasso di non promossi (03/04) era dell’1,1%, 3,9% e del 13,8% rispettivamente nei vari livelli scolastici, quando è a conoscenza di tutti il grado di cultura dei nostri ragazzi (Nella classifica dei Paesi più istruiti dell’OCSE, l’Italia è al 28° posto su 30). Utilizziamo meglio lo strumento dell’INVALSI (Istituto Nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione).

In questo quadro, va pienamente valorizzata la professionalità dei docenti, avviando una vera e propria carriera professionale degli insegnanti, che valorizzi il merito e l’impegno.

4. Risorse

Stiamo attraversando una brutta crisi economica ma a pagarne le conseguenze non può essere la scuola. Dobbiamo spendere meno e meglio, tagliamo i rami secchi e convogliamo la poca linfa negli organi vitali dello Stato.

La spesa pubblica sull’istruzione in rapporto al Pil è in Italia ai livelli della media Ocse. Nel 2004 (ultimo dato disponibile) era pari al 3,3 per cento del Pil.

La spesa per studente è tuttavia più alta in Italia che all’estero, quindi le risorse ci sono ma dobbiamo saperle spendere.

La spesa per il personale copre l’81 per cento del totale della spesa, poco più della media Ocse ma il problema è che spendiamo proporzionalmente di meno degli altri per l’edilizia scolastica, la dotazione infrastrutturale delle scuole, i servizi agli studenti (mense, trasporti) eccetera.
Risparmiamo e riqualifichiamo la spesa , non è difficile basta volerlo.

Queste proposte non hanno nulla di nuovo : sono, nella maggior parte, già riportate nel programma di governo di Veltroni. Mi chiedo il perché non abbiamo coinvolto i cittadini e non glielo abbiamo spiegato nelle piazze e nei mercati?

È ora di rimboccarsi le maniche e andare oltre.

Grazie

Andrea De Filippis

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