Questa settimana ho ricevuto molte e.mail a riguardo l'articolo “Questa non è la vera Roma”.
Le critiche si sono focalizzate sulla questione sicurezza e sulla mancanza di proposte.
Nel merito dobbiamo distinguere la situazione dei rom e quelle degli immigrati in genere per ovvi motivi.
Proposte per la questione nomadi (mi sono basato su uno studio di esperti del settore):
- 1) ripartire da un censimento che veda la collaborazione di tutti i soggetti interessati (Comune, associazioni ecc.);
- 2) differenziare le situazioni e determinare dei specifici progetti partendo dalla condizione sociale;
- 3) modificare i regolamenti comunali al fine di consentire l’accesso alle graduatorie per l’assegnazione degli alloggi popolari;
- 4) definire un piano campi che riguarda la città di Roma. Un quartiere non può reggere campi ad alto dimensionamento, in campi così numerosi è impossibile sviluppare un adeguato progetto sociale. I campi nella città non possono che essere 7/10 ed avere tra i 200 e i 250 residenti;
- 5) tali campi devono passare ad una gestione municipale: un più stretto rapporto con l’ente locale consente di favorire progetti di inclusione più adeguati;
- 6) per i nomadi che mantengono un profilo di apolidi e che non intendono stabilizzarsi vanno realizzati campi fuori dal circuito cittadino a scarso insediamento e a scarso impatto sociale. La finalità di questi campi può essere solo quella dell’accoglienza temporanea dentro regole chiare e con opportunità sociali definite;
- 7) andrebbe considerato, anche, se i nuclei ad alto tasso di criminalità debbano essere ammessi a servizi di accoglienza pubblici o meno;
- 8) i campi per l’accoglienza transitoria possono essere campi a più alta densità. E’ evidente però che campi da mille e più persone costituiscono un’emergenza sociale difficilmente gestibile;
- 9) i campi devono avere servizi di custodia. Questi servizi non possono essere affidati a vigilanze armate e neanche a cooperative di nomadi. Verifichiamo l’esperienze fin qui prodotte ed individuiamo le buoni prassi che in alcuni campi romani sono state realizzate.
Proposte per la questione immigrati (rifugiati politici e regolari):
- 1) garantire la rapidità e la semplicità della procedura per il rilascio del permesso di soggiorno per chi ne ha diritto;
- 2) la possibilità per chi ha rispettato le regole e pagato le tasse di poter richiedere la nostra cittadinanza dopo un tempo congruo di permanenza nel nostro Paese (5-10 anni);
- 3) concessione del voto amministrativo, perché il voto consente di partecipare alla vita della società ed è segno di un inserimento a pieno titolo;
- 4) incremento dei corsi di lingua, adattandoli agli orari di lavoro, diversificandoli a più livelli, tenendo conto delle esigenze specifiche delle diverse nazionalità e, perché no, prevedendo corsi gratuiti obbligatori per tutti gli stranieri;
- 5) prevedere un sistema che offra alloggio per periodi limitati a basso prezzo gestiti da associazioni e comunità.
LEGALITA’
Sia ben chiaro che tutte le proposte sono inutili o, addirittura, dannose se non si affronta alla radice la questione della legalità nel nostro Paese.
Requisito essenziale e fondamentale affinché qualsiasi politica sociale abbia successo è il rispetto assoluto delle regole e il principio del "chi sbaglia paga".
Qualsiasi Governo o Amministrazione locale che debba attuare qualsiasi politica deve iniziare dalla tolleranza zero.
In caso contrario avremo una selezione avversa: gli onesti cercheranno di andare verso i paesi più “civili” mentre da noi rimarranno solo i malintenzionati, sicuri di potersi muovere senza limiti. In questo caso sarà veramente difficile parlare di accoglienza e integrazione
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