Riformista di giovedì 2 settembre 2010, pagina 6
Intervista a Marco Causi - di Mastrobuoni Tonia
I contratti sui derivati stipulati dal Comune di Roma tra il 2003 e il 2007, negli anni della giunta Veltroni, sarebbero finiti nel mirino della magistratura.
Secondo IlSole24Ore su quelle operazioni la Procura di Roma starebbe indagando, per ora contro ignoti, per l'ipotesi di truffa aggravata. I contratti esaminati dai pm sarebbero quelli firmati con sette istituti di credito (Ubs, Deutsche Bank, Jp Morgan, Morgan Stanley, Dexia, Banca Opi e Barclays). Sospettati, sempre secondo le indiscrezioni, di aver intascato commissioni occulte, esattamente come avvenne nel caso del Comune di Milano.
Marco Causi, all'epoca assessore al Bilancio del Campidoglio, ammette che sembrano esserci analogie con quel caso ma si dice «sereno e fiducioso nell'operato dei magistrati». Con le operazioni finanziarie, ricorda, il Comune risucì a risparmiare 200 milioni di euro all'anno. Ma ora è urgente che il governo emani un decreto per stabilire come pagare le banche per le operazioni sui derivati. Così sarà anche pi facile per i magistrati stabilire se in quegli anni sono stati commessi davvero degli illeciti.
Onorevole, cosa pensa dell'inchiesta che secondo IlSole24Ore starebbe cercando di far luce sui contratti sui derivati stipulati tra il 2003 e il 2007, quando lei era assessore al Bilancio del Comune di Roma?
Mi pare che lo schema sia lo stesso del Comune di Milano, le banche sono state accusate in quel caso di aver truffato il Comune intascando guadagni illeciti sulle operazioni di derivati che si facevano sui bond. Ma io aspetterei l'esito delle indagini prima di pronunciarmi, nel frattempo resto sereno e fiducioso nell'operato dei magistrati.
E voi non potreste essere accusati di negligenza o, peggio, di concorso in truffa, come è avvenuto in quel caso per alcuni esponenti del Comune di Milano? Quando il Gup Simone Luerti ha rinviato a giudizio quattro banche e 13 persone, tra queste c'erano anche l'ex city manager del Comune Giorgio Porta e il consulente Mauro Mauri.
All'epoca noi facevamo queste operazioni finanziarie esattamente come le faceva - e le fa - il Tesoro, la nostra operatività era identica. Oltretutto stiamo parlando di un valore che si aggira attorno ai due, tre miliardi, che non è minimamente comparabile con quelle che si fanno al Tesoro. Che nel frattempo ha operazioni in corso per 300 miliardi di euro. Oltretutto, quelle operazioni andarono a beneficio dei bilanci del Comune.
Perché?
Il pacchetto di ristrutturazione del debito riconvertì il tasso in gran parte da fisso a variabile. Seguendo le linee operative del Tesoro stabilimmo un tasso fisso al 60 per cento e uno variabile del 40 per cento. In questo modo riuscimmo a far risparmiare al Comune di Roma ben 200 milioni di euro all'anno.
Ma pu darsi che ne abbiate persi anche parecchi dando commissioni troppo alte alle banche, o no?
Ripeto, sarà la magistratura a chiarire questi aspetti. Io mi limito a ricordare quello che ho sempre sostenuto: serve un coordinamento dei Comuni per queste operazioni finanziarie complicate. I debiti delle città sono enormi e la gestione è molto complicata. Certo, quello che mi pare emerga dalle indiscrezioni è che i giudici hanno qualche difficoltà a misurare con precisione il costo di queste operazioni.
Non si sarebbe potuta evitare questa incertezza al momento dell'affidamento delle operazioni sui derivati alle numerose banche che avevate coinvolto?
Le posso dire che la commissione Finanze del Senato ha sollecitato a marzo di quest'anno il Governo in questo senso. Abbiamo chiesto in modo del tutto bipartisan che l'esecutivo emani un decreto ministeriale per chiarire quali siano le procedure da adottare per calcolare precisamente i costi di queste operazioni.
Un po' tardi. E soprattutto, questi criteri potrebbero essere applicati anche per le operazioni del passato?
Soprattutto!
Quindi potrebbero essere utili anche per i magistrati che stanno cercando di capire se avete pagato commissioni troppo onerose anche voi?
Certo. Sarebbe il modo per specificare le metodologie che dovevano essere utilizzate anche in passato per prezzare le operazioni di finanza derivata. Perché sono operazioni altrimenti molto complicate. Certamente sarebbe un modo per facilitare il lavoro dei magistrati, che sarebbero in grado di stabilire se le banche hanno chiesto troppo.
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