Pagine

mercoledì 27 aprile 2011

I referendum

Questa settimanale due cose più importanti successe in politica nazionale sono le dichiarazioni del Presidente del Consiglio fatte nella consueta conferenza stampa al termine del vertice italo francese.
Soffermiamoci sulla prima, dove ha candidamente ammesso che "L'accadimento giapponese ha spaventato ulteriormente i nostri cittadini. Se fossimo andati oggi al referendum, non avremmo avuto il nucleare in Italia per tanti anni. Per questo abbiamo deciso di adottare la moratoria, per chiarire la situazione giapponese e tornare tra due anni a un'opinione pubblica conscia della necessità nucleare".

Il 12 e 13 giugno saremo chiamati a votare su 4 referendum abrogativi: 4 referendum abrogativi (Energia nucleare, legittimo impedimento e due sull’Acqua pubblica) ma il Governo, con una mossa a sorpresa, inserisce nel decreto omnibus, approvato il 20 aprile scorso, la sospensione del piano per il nucleare. I quotidiani hanno subito scritto che la consultazione sul nucleare era saltato: non è ancora vero!

Infatti, è la Cassazione che dovrà valutare se l’emendamento soddisfi appieno i requisiti che porterebbero all'abrogazione del referendum e sinceramente i dubbi espressi dali costituzionalisti sono molti.

Comunque vada a finire il giudizio politico sulla faccenda non può essere che negativo: abbiamo un governo ed una maggioranza, senza dignità, che non si fa scrupolo di accantonare, uno dopo l’altro, gli strumenti della democrazia per raggiungere i propri scopi.
(Sull’argomento vi segnalo il bellissimo articolo di Stefano Rodotà pubblicato su La Repubblica il 27 aprile scorso).

Ma attenzione che, dopo la questione dell’energia, qualcosa di simile sta accadendo al referendum sul problema dell’acqua pubblica.

Il Governo, infatti, vorrebbe far passare un decreto legge con cui creare entro la fine di maggio un’autorità di controllo nel settore dell’acqua, sul modello di quella esistente per gas ed energia.
Con tale “approfondimento legislativo”, quindi, i ministri sperano di impedire la formulazione dei quesiti referendari che mirano a preservate la proprietà pubblica della rete idrica nazionale.

È ormai palese che l’unico obiettivo di questa maggioranza sia quello di “uccidere” il referendum sul legittimo impedimento. La strategia è quella di bloccare due dei tre referendum in modo da facilitare la bocciatura del terzo per soffocamento, vale a dire impedendo il raggiungimento del quorum necessario per considerare valido l’esito della consultazione.
In effetti, difficilmente la maggioranza degli italiani, se gli venisse tolta l’occasione per dire la propria su temi molto sentiti, si recherebbe alle urne, in una bella domenica di giugno, per l’unico referendum superstite - quello sul legittimo impedimento.

Cosa possiamo fare? Non farci prendere alla sprovvista: continuiamo ad informare gli amici, i famigliari come nulla fosse cambiato.

Il nostro unico obiettivo è quello di mandare a casa questa maggioranza di affaristi.

Nessun commento:

Posta un commento