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martedì 30 novembre 2010

Assunzioni all'ATAC

Un nuovo scandalo sta attraversando la Capitale per quanto riguarda la gestione scellerata e le assunzioni clientelari e a dir poco ingiustificabili (si parla di una nota cubista romana ) che hanno visto protagonista l'azienda di trasporto pubblico romano.

Le assunzioni non proprio trasparenti vengono a galla dopo che il nuovo amministratore delegato, Maurizio Basile, avrebbe consegnato, secondo le ricostruzioni pubblicate sul quotidiano “La Repubblica”, al sindaco Gianni Alemanno e all'assessore al Bilancio, Maurizio Leo, una decina di pagine fitte di numeri e tabelle che certificano il dissesto del colosso romano dei trasporti e la necessità di un intervento immediato, pena il fallimento.

Dopo lo scoop giornalistico, tutti protestano, come se nessuno sapesse della gestione clientelare dell'aziende pubbliche romane e italiane.
Il Codacons, attraverso il proprio portavoce Renzi, addebita il mancato funzionamento del servizio urbano proprio alla gestione clientelare ed Alemanno intima una commissione d’inchiesta interna sugli ultimi dieci anni per far luce sulla cronaca di un “disastro annunciato”.
Stesse grida indignate da parte dei consiglieri comunali dell'opposizione che meditano azioni giudiziarie contro i vertici della municipalizzata e la "Parentopoli" all'interno dell'azienda.

Purtroppo la cattiva gestione non stupisce affatto: il proliferare delle aziende pubbliche in Italia, serve non a migliorare il servizio verso i cittadini ma solo a moltiplicare i posti da poter distribuire ad amici, familiari e partner politici, probabilmente usciti sconfitti alle ultime elezioni.

A questo virus del malaffare nessuno è immune.

Qual' è la soluzione?
Sicuramente facendo fare un passo indietro alla politica per dar finalmente spazio almerito, ma come?

Il nodo su cui tutto il sistema dovrebbe reggersi è la qualità degli obiettivi, la loro misurabilità, la possibilità di valutarne gli esiti e di gratificare le capacità e l’impegno.

Iniziamo subito, allora, stabilendo meccanismi di nomina dove si prevedano criteri di valutazione trasparente dei titoli e dell’esperienza adeguate al ruolo. Una volta scelto il candidato, poi, si devono responsabilizzare gli amministratori dando obiettivi certi, oggettivi e trasparenti e contemporaneamente lasciare il massimo grado di autonomia nella gestione della società.
Al termine del mandato si potranno valutare i risultati e a chi non avrà raggiunto gli obiettivi prefissati non potrà essere attribuito altro incarico nelle società del comune di Roma.

Per esempio potremmo attribuire il controllo delle performance all’esistente Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali del comune di Roma (ovviamente rendendola più indipendente dal potere politico).

Dobbiamo riuscire ad evitare rigorosamente che si determini una nomina di tipo politico nel senso più deteriore del termine,intesa, cioè, come fedeltà ad un gruppo, ad una parte politica, ad un sindacato o peggio ad un familiare senza competenze.
In sostanza per affrontare senza timidezze i temi del merito e della selezione è necessario responsabilizzare i dirigenti di ogni livello stabilendo a priori obiettivi e risorse ma lasciando totale autonomia di gestione.

L'amministratore dell'azienda pubblica potrà liberamente assumere tutte le cubiste ei familiari che vuole ma se alla fine dell'incarico non raggiunge gli obiettivi stabiliti e preventivamente comunicati alla cittadinanza dovrà pagare perdendo il posto di lavoro.
Ovviamente una struttura così formata presuppone il controllo del cittadino sulla propria classe politica.

Forse è proprio qui la catena debole di tutta la struttura.

1 commento:

  1. Il “cambiamento epocale”, tanto strombazzato da Gianni Alemanno al momento del suo insediamento, in realtà consiste nella più antica e deleteria ricetta democristiana: la trasformazione delle aziende pubbliche in gigantesche agenzie di collocamento clientelare, per la costruzione del consenso elettorale con frotte di raccomandati a carico pubblico.

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