
Evitiamo dichiarazioni moralistiche sullo stile di vita di Berlusconi e inchiodiamolo agli aspetti pubblici della vicenda.
1) L’abuso di potere commesso con la telefonata in Questura per far rilasciare la ragazza prima che parli spacciandola per nipote di Mubarak.
2) Il ruolo della Minetti, “igienista dentale” e tante altre cose, promossa su due piedi consigliere regionale.
3) L’esercito di persone che vedono, sanno, magari registrano tutto e possono chiedere qualsiasi cosa in cambio del silenzio: ragazze, amiche, prosseneti, mediatori, autisti, uomini di scorta, persone di servizio, altri invitati.
4) Il ruolo di Lele Mora, che procaccia al sultano ragazze anche a pagamento, anche minorenni e poi, quando una si mette nei guai e rischia di parlare, manda avanti la figlia per adottarla: lo fa gratis o c’è qualcosa anche per lui?
5) I tempi e i modi delle “indagini difensive” dell’on. avv. Ghedini, che interroga a una a una le ragazze ancor prima che compaiano dinanzi al pm: un’attività consentita da un’altra geniale legge del centrosinistra, che però potrebbe sconfinare nell’inquinamento probatorio.
M.Travaglio su Il Fatto Q.
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