Maurizio Gallo su Il Tempo mi riporta indietro negli anni, quando piccolo bambino andavo sugli autobus con mio padre.
Erano verdi. Davanti saliva solo chi aveva la tessera. E dietro, seduto su uno strapuntino ripiegabile, c'era lui, il bigliettaio. Di fronte a sé aveva un blocchetto di tagliandi di carta sottile, color ruggine-chiaro e una spugnetta bagnata per inumidire il dito munito di cappuccio in gomma che strappava la carta. Il bigliettaio era più di un semplice autoferrotranviere, più di un banale vidimatore. Era un'istituzione.....
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