Innanzitutto grazie a tutti. In queste ore un filo angoscianti siete proprio stati in tanti a darvi da fare sotto ogni punto di vista. A riprova che l’impegno civico oltre a portare risultati sul piano pratico, a vantaggio della città, crea e genera anche un aggregato in termini di popolazione attiva e solidale al suo interno. Una lobby positiva, per una volta.
Molti hanno rimestato (nel torbido) dei profili e degli account di Cartellopoli e proprio uno di voi, qualche minuto fa, ha pescato ciò che c’era da pescare: la mail con la quale Google ci avvisava perché aveva ucciso Cartellopoli. Mail, ovviamente, finita nello spam della stessa casella postale di Google. Cose surreali.
Come surreale è una città completamente tumefatta dalla mafia dei cartelloni, completamente trasfigurata, umiliata, distrutta, crivellata dove i giudici, invece di perseguire i criminali, utilizzano risorse, tempo, denari per sequestrare e intentare procedimenti penali contro i cittadini che a nude mani cercano di combattare contro il mostro della criminalità e dello stupro del paesaggio, del territorio, della dignità.
Ma perché Cartellopoli è stato sequestrato? In breve, perché un cartellonaro, essendosi visto danneggiato con alcuni impianti da sostituire, ha sporto denuncia ed ha fatto presente al Giudice che secondo lui l’istigazione a delinquere proveniva dal blog Cartellopoli. Ritenuti i “gravi indizi”, il giudice ha disposto il sequesto preventivo… Ma come, ma se è stato il sindaco in persona a dare l’autorizzazione ai cittadini di intervenire sui cartelloni, anche lui ha fatto apologia di reato? In base a che cosa il cartellonaro ha pensato che l’incitamento a imbrattare venisse da Cartellopoli e non dal normale e sacrosanto sdegno dei singoli cittadini?
Questo è.
Abbiamo bisogno di un buon avvocato per recuperare il nostro blog e ridargli il suo fondamentale ruolo, fatevi sotto.
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